"The Lady" di Luc Besson |
Recensione
di Cassandra del film “The Lady”
''The Lady'' è un film biografico- drammatico del 2011,
diretto da Luc Besson, sulla vita del premio Nobel per la pace Aung San Suu
Kyi. I principali attori sono Michelle Yeoh nel ruolo di Aung San Suu Kyi, David
Thewlis nel ruolo del marito Michael Aris, Jonathan Ragget e Jonathan Woodhouse
rispettivamente nei ruoli dei figli Kim e Alexander.
Il film, la cui durata è all' incirca di 132 minuti,
inizia con un flashback che vede come protagonisti Aung San Suu Kyi in tenera
età e suo padre, generale che poi morì per l' indipendenza del suo paese,
ovvero la Birmania. Dopo alcuni anni Suu si trasferisce a Londra, in
Inghilterra, sposandosi con l' inglese Michael Aris, con il quale in seguito
avrà due figli maschi, Alexander e Kim. Un' improvvisa telefonata la avvisa che
la madre vedova ha avuto un infarto ed è stata successivamente ricoverata in
un ospedale in Birmania, quindi decide di raggiungerla e partire per il proprio
paese natale. Mentre assiste la madre in ospedale, però, una rivolta
studentesca si trasforma in una vera e propria strage di massa ad opera della
dittatura militare e Suu rimane profondamente colpita alla vista dei tantissimi
ragazzi feriti che giungono all'ospedale.
La donna, dopo una lunga riflessione, decide di prolungare la sua permanenza in
Birmania per lottare a favore della pace e della democrazia, seguendo le orme
di Gandhi. Durante la sua lotta non- violenta verrà sempre appoggiata dal
marito Michael, il quale può raggiungere la moglie solo di rado, a causa del
visto rifiutato. Aung San Suu Kyi, avendo la maggioranza del popolo schierata a
suo favore, vince le elezioni per le quali si era candidata, ma viene subito
messa agli arresti domiciliari, mentre i suoi colleghi addirittura imprigionati.
Dopo 15 anni di arresti verrà liberata, ma tenuta sempre sotto stretto
controllo. Per aiutarla nella sua lotta, Michael chiede la candidatura della
moglie al premio Nobel per la pace,che vincerà nel 1991 e potrà ritirare
solamente nel 2012. Nel marzo del 1999, al marito viene diagnosticato un
pericoloso tumore alla prostata e morirà poco dopo, esattamente il giorno del
suo 53° compleanno, senza poter vedere Suu un' ultima volta, a causa del visto
non concesso e data l' impossibilità della moglie di raggiungerlo in
Inghilterra. Infatti, se Suu avesse lasciato la Birmania per andare dal marito
morente, non sarebbe più potuta tornare nella sua patria.Il film si conclude
con l' immagine commovente di Aung San Suu Kyi che, durante una delle sue
manifestazioni, precisamente otto anni dopo la scomparsa del marito, lancia in
aria un' orchidea, in onore di Michael che quando era ancora in vita l' aveva
definita un' ''orchidea d' accaio''.
The Lady di Luc Besson |
Luc Besson, a parer mio, si è dimostrato un grande
regista ed ha girato ''The Lady'' con grandiosità, ma anche con cura al
particolare e attenzione alla riproduzione fedele del lato reale delle varie
vicende. Grazie a ciò il film risulta molto intenso, mai noioso, anzi molto
coinvolgente soprattutto del punto di vista emotivo, e a tratti anche
commovente. Ha un ruolo sempre abbastanza centrale la sofferta storia d' amore
tra Aung San Suu Kyi e Michael Aris e il forte legame affettivo presente tra
lei e suoi figli. In primo piano il
grande amore di Suu per la propria patria, la Birmania e la sua lotta per la
giustizia, la democrazia e la pace. Personalmente ho trovato molto coinvolgente
l' interpretazione di Michelle Yeoh, che fa immedesimare lo spettatore e si
immedesima lei stessa nel bellissimo personaggio di Aung San Suu Kyi, facendo
vivere con empatia le scelte, talvolta dolorose e sofferte, di questa grande donna,
che l' hanno purtroppo portata all' allontanamento dalla sua famiglia. Mi ha
molto colpito e commosso il finale, veramente toccante, in cui Suu lancia un'
orchidea, perfetto simbolo della sua lotta e soprattutto dell' amore che la
legava al marito, quell' amore che è durato fino alla fine, nonostante le tante
difficoltà, come la distanza. La sceneggiatura di Rebecca Frayn mi è piaciuta,
in quanto la trama del film mi è sembrata
interessante e i dialoghi sempre credibili; ho trovato particolarmente
belli quelli che Suu rivolgeva al suo popolo, esortando tutti all' appoggio di
una democrazia basata sulla pace. La
colonna sinora di Eric Serra mi è sembrata adatta a questo genere di film, in
quanto era sobria e non risaltava in maniera eccessiva.
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