"Gandhi" di Richard Attenborough |
La recensione di Cassandra del film "Gandhi"
''Gandhi''
è un film biografico del 1982 ,diretto da Richard Attenborough, sulla vita del
Mahatma, interpretato dal grande Ben Kingsley. Altri personaggi sono: Candice
Bergen nel ruolo di Margaret Bourke- White, Edward Fox nel ruolo del generale
Dyer, Geraldine James nel ruolo di Mirabehn e Trevor Howard nel ruolo del
giudice Broomfield. Il film inizia con la fine della vita di Gandhi, quando il
30 gennaio 1948 ,a Nuova Delhi, viene assassinato da un giovane estremista
indù. La pellicola prosegue, poi, con la nascita della rivolta del Mahatma,
quando viene sbattuto fuori da un treno diretto a Pretoria, perché si era
accomodato in prima classe. Successivamente incontra Khan, suo cliente in
quanto lui era avvocato, grazie al quale diventa cosciente delle brutali
condizioni degli indiani nell' Impero britannico. Gandhi, allora, prende la
decisione di creare un movimento pacifico e determinato, basato sul concetto di
non-violenza e la disobbedienza civile. Durante una manifestazione brucia un
passaporto e, a causa della sua azione viene brutalmente aggredito dalla
polizia. Rimessosi dall' aggressione, riprende ad organizzare manifestazioni
pacifiche venendo, però, arrestato e una volta condotto in carcere incontra un
viceré inglese, il quale si ritiene
favorevole all' annullamento delle leggi contro le quali egli aveva protestato.
Gandhi fa, così, ritorno in India, proclamando le sue idee non-violente ed
ottenendo enormi consensi dal Paese. L' attivista propone un giorno di sciopero
a tutto il popolo, allo scopo di complicare la vita politica ai potenti
inglesi.
In
seguito a ciò il Mahatma viene nuovamente arrestato e poi rilasciato senza
dover nemmeno pagare la cauzione. Dopo breve tempo, però, le truppe inglesi del
generale Dyer sparano ad una folla di indiani, provocando l' uccisione di
moltissime persone tra cui anche donne e bambini. Cominciano a sorgere violenti
scontri tra indù e musulmani ,ai quali Gandhi risponde con uno sciopero della
fame e della sete, supportato da Mirabehn, sua figlia ''d'adozione'' e sua grandissima
seguace. Nel frattempo viene arrestato
per l' ennesima volta e costretto a sei anni di reclusione, con l'
accusa di sedizione. Una volta liberato, Gandhi percorre le strade indiane fino
a giungere all' Oceano Atlantico, dove raccoglie il sale (quest'evento fu poi
chiamato marcia del sale) un gesto simbolico contro la tassa sul sale imposta
dal governo britannico. Il protrarsi delle manifestazioni portano gli inglesi a
cedere, ma il Mahatma viene ancora arrestato e perde la moglie a causa di una
trombosi. Nonostante ciò, l' India riesce a guadagnare l' indipendenza. Il
film, poi, si conclude con una frase meravigliosa:''Quando dispero mi ricordo che nel corso di tutta la storia la via
dell' amore e della verità ha sempre vinto. Ci sono stati tiranni e macellai e
per un po' possono sembrare invincibili, ma la conclusione è che cadono
sempre.''
Attenborough,
a mio parere, è stato molto bravo a racchiudere in un unico film la vita di un
grandissimo uomo come Gandhi, ha saputo creare delle buone scene di massa,
spesso ariose come ''la marcia del sale'' ed è riuscito ad orchestrare in
maniera precisa i movimenti delle grandi folle grazie all' utilizzo di molte
comparse L' andatura del film è
piuttosto lenta, come è normale che sia essendo una biografia, ma le scene sono
tutte abbastanza interessanti e lo spettatore perde raramente l' attenzione. La
sceneggiatura è stata anch' essa buona, con una trama fedele alla vita del
Mahatma e dialoghi credibili e mai surreali. Anche la scelta dei costumi è
stata appropriata in quanto gli abiti rispecchiano la tradizione indiana, come la
colonna sonora, che mantiene comunque grande sobrietà. Resta centrale la figura del Mahatma e l'interpretazione
di Ben Kingsley è davvero eccezionale e commovente, con una grande aderenza
fisica e un'intensità davvero ammirevole,
soprattutto nello sguardo, attraverso cui filtra l'umanità, il grande amore per
la giustizia e l' enorme desiderio di pace per il popolo del personaggio. Le
figure di giudici e dignitari inglesi, invece, sono meno riuscite, anche perchè
caratterizzate in maniera forse troppo negativa e a causa di ciò le scene dei
loro interventi risultano le meno interessanti, anche se sono comunque
indispensabili dal punto di vista narrativo. Personalmente ho trovato molto
interessante anche le scene inizali nelle quali il Mahatma reagisce in maniera
più impulsiva, come nella scena nella quale sua moglie si rifiuta di lavare le
latrine dell'Ashram e lui reagisce quasi con violenza, spiegandole infine
il valore di quel gesto. Ho trovato questo film molto bello e ben riuscito, che
fa onore ad un grandissimo personaggio della storia moderna come Gandhi.
Ricordo che, in una delle scene iniziali del film, durante il funerale di
Gandhi, un cronista disse: ''Le nuove generazioni stenteranno a credere che
sulla nostra terra sia nato, cresciuto e vissuto un uomo di tale grandezza'' E
questo film contribuisce, invece, a renderci coscienti della grande storia di
questo colosso, una storia che un po' appartiene a tutti , perché, anche
inconsapevolmente, ognuno di noi ha imparato valori importantissimi da Gandhi,
come la pace e la fratellanza.
Bellissimo
anche il finale, nel quale le parole del Mahatma accompagnano un meraviglioso
tramonto sul Gange.
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