sabato 25 aprile 2015

IL MOVIMENTO CHIPKO E LA DEFORESTAZIONE


India - Il movimento Chipko

IL MOVIMENTO CHIPKO

In India esiste una leggenda che narra di una donna morta per difendere gli alberi della propria regione, divenendo un esempio di coraggio per i suoi contemporanei, e per le generazioni future.
La storia narra che intorno al 1730, il Maharajah Abhay Singh di Jodhpur inviò nel vicino distretto di Khejarli i suoi emissari, con il compito di procurare il legname necessario per la costruzione del suo nuovo palazzo. Amrita Devi si oppose agli uomini del sovrano, abbracciando gli alberi nell’estremo tentativo di difenderli dai tagliaboschi, e finendo così decapitata dalle loro stesse asce. Le tre figlie di Amrita, allora, seguirono il suo esempio, e così altri 363 Bishnoi tra uomini, donne e bambini, sacrificandosi tutti per la salvezza dei loro alberi.
Si racconta che il Maharajah, allora, impressionato dal coraggio di Amrita e dei suoi compagni, non solo sospese il massacro, ma emise un decreto col quale proibì il taglio degli alberi e l’uccisione degli animali all’interno di quella regione.
La leggenda di Amrita Devi è arrivata sino ai giorni nostri, e ha ispirato il Movimento Chipko, che negli anni Settanta è stato protagonista di proteste che hanno visto le donne indiane nuovamente mobilitate in difesa degli alberi, contro la deforestazione e la desertificazione. “Chipko” è una parola hindi che significa ‘aggrapparsi’, e rievoca la tecnica principale delle manifestanti di abbracciare i tronchi degli alberi destinati all’abbattimento, rifiutando di piegarsi alla logiche della speculazione commerciale.

Nel 1987 il movimento Chipko fu prescelto per un "Premio per il Diritto alla Sussistenza", noto come il premio "Nobel alternativo". Il premio fu giustamente meritato per questo piccolo movimento dominato dalle donne che era diventato una campagna nazionale per la preservazione delle foreste.





LA DEFORESTAZIONE
La deforestazione è la riduzione delle aree verdi naturali della Terra causata dallo sfruttamento eccessivo delle foreste. E' uno dei principali problemi ambientali del mondo contemporaneo. La presenza delle foreste gioca un ruolo di grande importanza per il mantenimento degli equilibri dell'ecosistema. Tramite il processo della fotosintesi le piante sottraggono l'anidride carbonica nell'aria rilasciando al suo posto l'ossigeno.
Le foreste consentono di filtrare e trattenere le acque, riducono i rischi idrogeologici del territorio, preservano l'habitat di migliaia di specie animali e vegetali (biodiversità), frenano l'erosione del suolo. Quando il taglio degli alberi eccede il loro tasso di ricrescita, allora la popolazione di alberi si riduce (deforestazione). Col passare del tempo si ridurranno anche gli effetti positivi apportati dalle piante all'intero ecosistema.

Possiamo individuare le cause della deforestazione nelle seguenti:
o    Legname come combustibile. Un terzo della popolazione mondiale è costretto ad utilizzare il legname come combustibile per riscaldare le abitazioni o per cucinare.
o    Creare nuove terre coltivabili. In molti paesi in via di sviluppo le foreste sono tagliate per creare nuove terre coltivabili. Le classi più povere sono costrette a questa pratica nell'intento di creare una economia di sussistenza. Purtroppo queste terre sono successivamente acquistate dagli speculatori che ricomprano gli appezzamenti dagli agricoltori per destinarli ad uno sfruttamento edilizio o minerario. Gli agricoltori sono pertanto costretti a tagliare altre aree forestali. Molte terre coltivate sono monocolture per produrre prodotti non alimentari (es. gomma naturale) destinati ad essere acquistati come materia prima delle filiere industriali (es. biocarburanti). Essendo le terre coltivabili una entità limitata, questo riduce la quantità di produzione agricola per l'alimentazione, spingendo le classi più povere al taglio delle foreste per creare un'agricoltura familiare di sussistenza.
o    Domanda di legno pregiato. La domanda di legno pregiato accresce il taglio degli alberi delle foreste equatoriali e tropicali.

I danni della deforestazione
Le piante verdi o comunque in generale le piante aiutano a mantenere stabile la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera (attraverso la fotosintesi clorofilliana). L'utilizzo di combustibili fossili ed il disboscamento stanno causando un aumento di CO2 nell'atmosfera, che ha diretta influenza in fenomeni come l'effetto serra ed il riscaldamento globale. Gli effetti negativi del disboscamento sono numerosi e comprendono:
·         biodiversità in perdita;
·         effetto serra;
·         desertificazione 
·         erosionefrane e smottamenti nei territori piovosi e collinari;
·         inquinamento degli ecosistemi acquatici (a causa del dilavamento delle acque);
·         sottrazione di risorse per le popolazioni indigene.

La deforestazione, come è noto, è uno delle grandi problematiche ambientali moderne. La preoccupazione è alle stelle, da molti anni, specie nei confronti di zone di importanza vitale a livello planetario quali la Foresta Amazzonica sudamericana. Ma la deforestazione è un problema che riguarda ogni stato del Pianeta.


L'effetto serra - L'effetto serra è un fenomeno naturale chiamato così perché ricorda quanto avviene nelle serre utilizzate in agricoltura. Le serre sono capannoni costruiti con materiale trasparente (come teli di plastica o vetro), che fa passare i raggi del sole per riscaldare l'aria all'interno e allo stesso tempo impedisce all'aria riscaldata di andarsene via. È la stessa funzione che svolge l'atmosfera intorno alla Terra. I raggi del sole passano attraverso l'atmosfera e riscaldano la Terra. L'atmosfera è in grado di mantenere parte del calore, e questo è un bene per la regolazione del clima; la differenza con le serre sta però nel fatto che l'atmosfera intorno alla Terra è fatta in modo da permettere a una parte del calore di sfuggire creando una situazione di equilibrio. Quando, però, i cosiddetti gas di serra, di cui l'anidride carbonica CO2 è di gran lunga il principale, aumentano troppo, e in troppo poco tempo, l'atmosfera comincia a trasformarsi: somiglia sempre di più al materiale che copre le serre e fa allontanare dalla Terra meno calore. Così la temperatura sulla Terra lentamente comincia a crescere e questo provoca cambiamenti nella quantità delle piogge e nella distribuzione del calore nelle diverse stagioni (in alcuni casi aumenta, in altri diminuisce). L'effetto serra sta provocando grandi e rapide trasformazioni del clima, con effetti sulla vegetazione, sugli animali, sull'agricoltura e sulla vita di tutti noi.

sabato 11 aprile 2015

RECENSIONE DEL FILM "GANDHI"


                                   "Gandhi" di Richard Attenborough


La recensione di Cassandra del film "Gandhi"

''Gandhi'' è un film biografico del 1982 ,diretto da Richard Attenborough, sulla vita del Mahatma, interpretato dal grande Ben Kingsley. Altri personaggi sono: Candice Bergen nel ruolo di Margaret Bourke- White, Edward Fox nel ruolo del generale Dyer, Geraldine James nel ruolo di Mirabehn e Trevor Howard nel ruolo del giudice Broomfield. Il film inizia con la fine della vita di Gandhi, quando il 30 gennaio 1948 ,a Nuova Delhi, viene assassinato da un giovane estremista indù. La pellicola prosegue, poi, con la nascita della rivolta del Mahatma, quando viene sbattuto fuori da un treno diretto a Pretoria, perché si era accomodato in prima classe. Successivamente incontra Khan, suo cliente in quanto lui era avvocato, grazie al quale diventa cosciente delle brutali condizioni degli indiani nell' Impero britannico. Gandhi, allora, prende la decisione di creare un movimento pacifico e determinato, basato sul concetto di non-violenza e la disobbedienza civile. Durante una manifestazione brucia un passaporto e, a causa della sua azione viene brutalmente aggredito dalla polizia. Rimessosi dall' aggressione, riprende ad organizzare manifestazioni pacifiche venendo, però, arrestato e una volta condotto in carcere incontra un viceré inglese, il quale  si ritiene favorevole all' annullamento delle leggi contro le quali egli aveva protestato. Gandhi fa, così, ritorno in India, proclamando le sue idee non-violente ed ottenendo enormi consensi dal Paese. L' attivista propone un giorno di sciopero a tutto il popolo, allo scopo di complicare la vita politica ai potenti inglesi.
In seguito a ciò il Mahatma viene nuovamente arrestato e poi rilasciato senza dover nemmeno pagare la cauzione. Dopo breve tempo, però, le truppe inglesi del generale Dyer sparano ad una folla di indiani, provocando l' uccisione di moltissime persone tra cui anche donne e bambini. Cominciano a sorgere violenti scontri tra indù e musulmani ,ai quali Gandhi risponde con uno sciopero della fame e della sete, supportato da Mirabehn, sua figlia ''d'adozione'' e sua grandissima seguace. Nel frattempo viene arrestato  per l' ennesima volta e costretto a sei anni di reclusione, con l' accusa di sedizione. Una volta liberato, Gandhi percorre le strade indiane fino a giungere all' Oceano Atlantico, dove raccoglie il sale (quest'evento fu poi chiamato marcia del sale) un gesto simbolico contro la tassa sul sale imposta dal governo britannico. Il protrarsi delle manifestazioni portano gli inglesi a cedere, ma il Mahatma viene ancora arrestato e perde la moglie a causa di una trombosi. Nonostante ciò, l' India riesce a guadagnare l' indipendenza. Il film, poi, si conclude con una frase meravigliosa:''Quando dispero mi ricordo che nel corso di tutta la storia la via dell' amore e della verità ha sempre vinto. Ci sono stati tiranni e macellai e per un po' possono sembrare invincibili, ma la conclusione è che cadono sempre.''


Attenborough, a mio parere, è stato molto bravo a racchiudere in un unico film la vita di un grandissimo uomo come Gandhi, ha saputo creare delle buone scene di massa, spesso ariose come ''la marcia del sale'' ed è riuscito ad orchestrare in maniera precisa i movimenti delle grandi folle grazie all' utilizzo di molte comparse  L' andatura del film è piuttosto lenta, come è normale che sia essendo una biografia, ma le scene sono tutte abbastanza interessanti e lo spettatore perde raramente l' attenzione. La sceneggiatura è stata anch' essa buona, con una trama fedele alla vita del Mahatma e dialoghi credibili e mai surreali. Anche la scelta dei costumi è stata appropriata in quanto gli abiti rispecchiano la tradizione indiana, come la colonna sonora, che mantiene comunque grande sobrietà. Resta centrale la figura del Mahatma e l'interpretazione di Ben Kingsley è davvero eccezionale e commovente, con una grande aderenza fisica e un'intensità  davvero ammirevole, soprattutto nello sguardo, attraverso cui filtra l'umanità, il grande amore per la giustizia e l' enorme desiderio di pace per il popolo del personaggio. Le figure di giudici e dignitari inglesi, invece, sono meno riuscite, anche perchè caratterizzate in maniera forse troppo negativa e a causa di ciò le scene dei loro interventi risultano le meno interessanti, anche se sono comunque indispensabili dal punto di vista narrativo. Personalmente ho trovato molto interessante anche le scene inizali nelle quali il Mahatma reagisce in maniera più impulsiva, come nella scena nella quale sua moglie si rifiuta di lavare le latrine dell'Ashram e lui reagisce quasi con violenza, spiegandole infine il valore di quel gesto. Ho trovato questo film molto bello e ben riuscito, che fa onore ad un grandissimo personaggio della storia moderna come Gandhi. Ricordo che, in una delle scene iniziali del film, durante il funerale di Gandhi, un cronista disse: ''Le nuove generazioni stenteranno a credere che sulla nostra terra sia nato, cresciuto e vissuto un uomo di tale grandezza'' E questo film contribuisce, invece, a renderci coscienti della grande storia di questo colosso, una storia che un po' appartiene a tutti , perché, anche inconsapevolmente, ognuno di noi ha imparato valori importantissimi da Gandhi, come la pace e la fratellanza.
Bellissimo anche il finale, nel quale le parole del Mahatma accompagnano un meraviglioso tramonto sul Gange.